OggettoVenafro, Cattedrale, due blocchi con signa militaria
Luogo di conservazioneVenafro
Luogo di reimpiegoVenafro
Luogo di provenienzaVenafro
Collocazione attuale

I due blocchi sono reimpiegati in prima e in seconda assise, uno  sopra l'altro, all'esterno dell'abside maggiore della Cattedrale di Venafro.

Prima attestazione
Materialecalcare
Dimensionia: h 0,70; largh. 1,21; b: h 0,78; largh. 0,76
Stato di conservazione
Cronologia
Descrizione

I  due  blocchi provengono molto probabilmente dallo stesso monumento funerario; la decorazione scolpita permette di riconoscere un repertorio molto diffuso in ambito funerario e immediatamente riconducibile al rango militare del titolare del monumentum.

Signa e dona militaria  dovevano essere reiterati, in qualità di elementi figurativi isolati su tutto il corpo del sepolcro, come nell'altare monumentale del Goleto (da ultimo Lipps,Töpfer 2007) oppure distribuiti nello spazio scandito dalle partiture architettoniche come nel noto monumento dei Titecii di Trasacco ( da ultimo Töpfer 2011, 355-356 SD 10)

Nel blocco a, evidentemente da attribuire alla parte alta del monumento, è stata scolpita la parte superiore di una serie di insegne  separate, quasi al centro, da una corona muralis;  nel blocco b, si riconoscono invece  un vessillo rettangolare e le bende di stoffa pertinenti a due corone leminiscate.

La presenza di signa con imagines clipeatae (blocco a), evidentemente ritratti della famiglia imperiale, contribuisce a qualificare il titolare del monumento come un primipilo, dato che le insegne militari figuravano esclusivamente nella prima coorte (sul rango del Primipilus: Demougin 1988, pp. 359-385; sui monumenti funerari con signa militaria: Töpfer 2011, 240-249).

L'immagine del corpo militare di appartenenza viene giustapposta a quella delle onorificenze ricevute (i dona miliatria): in questo caso la corona murale, una delle onorificenze più importanti al valore in battaglia (potrebbe essere anche un simbolo colletivo)

La cronologia alla prima età imperiale proposta dalla Diebner, è stata recentemente ristretta alla'età augustea in ragione dell'acconciatura del ritratto femminile  riconducibile al tipo detto Nodusfrisur  (Töpfer 2011, 352).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Nel reimpiego si potrebbe individuare  una coerenza filologica nella messa in posa dei blocchi.

Allo stesso monumento antico potrebbe appartenere un terzo blocco decorato con signa miliataria, tra i quali spicca quello con l'aquila, ora murato al n. 8 di Corso Lucenteforte.

 

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Diebner: Sylvia Diebner, Aesernia-Venafrum . Untersuchungen zu den römischen Steindenkmälern zweier Landstädte Mittelitaliens, Roma 1979, 237-238, Vf 30-31, tav. 66.

 

De Carlo 2015: Antonella de Carlo,  Il ceto equestre di Campania, Apulia et Calabria, Lucania et Bruttii dalla tarda Repubblica al IV secolo, Roma 2015.


Demougin 1988: Segolene Demougin, L'ordre équestre sous les Julio-Claudiens, Rome 1988.

 

Lipps, Töpfer 2007: J. Lipps, K. Töpfer, "Neues zum Grabbau des Marcus Paccius Marcellus im Kloster von San Guglielmo al Goleto", RM 113, 2007, pp. 571-594.

 

Töpfer 2011: Kai Töpfer, Signa Militaria. Die römischen Feldzeichen in der Republik und im Prinzipat, Mainz 2011.

Allegati
Link esterni
SchedatoreStefania Tuccinardi
Data di compilazione02/05/2016 17:04:29
Data ultima revisione16/01/2017 17:24:48
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/575